Il Borgo incantato di Rasiglia

DOVE I RUSCELLI SCORRONO TRA LE CASE. ECCO IL BORGO INCANTATO DI RASIGLIA
Sembra finto per quanto è bello. Un luogo da favola, un set cinematografico naturale e una meraviglia per gli occhi.
Una cinquantina di casette in pietra, appoggiate sul lato della montagna a mò di anfiteatro, formano un paesino immerso nei boschi, attraversato da ripide stradine e da ruscelli di acqua purissima collegati da ponticelli in legno. Una piccola Venezia, uno scenario di incredibile bellezza di nome Rasiglia, in provincia di Perugia. Un borgo con una bella storia da raccontare.
XIII Secolo: secondo i primi documenti che si son riusciti a trovare, è il periodo in cui questo luogo vengono costruiti i primi edifici.
E così prende vita quello che oggi definiremmo un distretto industriale: grazie all’ abbondanza di acqua, infatti, il borgo è il luogo ideale per costruire mulini ad acqua e i primi opifici tessili.
Correva l’anno 1400. Duecento anni dopo, nella prima metà dei Seicento, le fonti storiche raccontano di un borgo diventato un vero “centro produttivo” che genera ricchezza e benessere, come testimoniano le continue aperture di nuovi mulini, opifici, lanifici.
Alla fine dell’Ottocento Rasiglia è un paese molto ricco di attività commerciali e artigianali: conta due lanifici, otto mulini, quattro banche ed un ufficio postale. Le attività più importanti sono il mulino Angeli, il mulino Silvestri, il mulino e il lanificio Accorimboni e il lanificio Tonti, tutte attività che rimasero attive fino alla prima metà del Novecento.
Una storia fatta di fatica, di lavoro, di sacrificio, di pastori che vengono a Rasiglia a vendere la lana delle pecore per scambiarla con denaro, o più spesso, con generi alimentari e abiti lavorati.
E’ una storia soprattutto di donne: donne che lavano la lana nelle tante vasche piene di acqua di fiume, donne che lavorano al telaio nei laboratori tessili (oggi chiusi ma ancora visibili al visitatore che si addentra nei viali del borgo).
E’ dopo la Seconda guerra mondiale che per Rasiglia comincia il declino: i lanifici si trasferiscono nella più economica e conveniente Foligno e, mano a mano, tutte le aziende chiudono, l’ultima nel 1980, mentre il terremoto del 1997 contribuisce allo spopolamento di questo borgo, che oggi conta appena 70 abitanti, tutti ultrasettantenni, e un ufficio postale che apre solo un giorno alla settimana.
COSA VISITARE A RASIGLIA
Naturalmente il l borgo, le rovine del Castello del Morro, in passato appartenuto ad una delle famiglie più in vista del borgo, i due mulini ancora in funzione che generano energia elettrica (e appassioneranno i bambini) e il Santuario della Madonna delle Grazie , al cui interno si possono ammirare affreschi risalenti al XV Secolo.